L’immigrazione, legale e non, è un problema drammatico. Ovunque. “Oggi stiamo assistendo ai più elevati livelli di migrazione mai registrati. 70,8 milioni di persone in tutto il mondo, un numero senza precedenti, sono state costrette a fuggire dal proprio Paese. Di queste, circa 25,9 milioni sono rifugiati, più della metà dei quali di età inferiore ai 18 anni.
Ci sono inoltre milioni di persone apolidi cui sono stati negati una nazionalità e l’accesso a diritti fondamentali quali istruzione, salute, lavoro e libertà di movimento.”
(Fonte: UNHCR)

Per la cosiddetta “Bestia” il problema diventa un’opportunità. Il cosiddetto Capitano deve recitare ossessivamente il ruolo di chi difende gli italiani dagli stranieri senza permesso ma all’occorrenza anche di quelli regolari ma sgraditi. Il nemico è lo straniero, ieri il ‘terrone’ in Padania, oggi chiunque possa essere attaccato come minaccia per “l’identità nazionale”.

Leggi tutto

L'ANTIDOTO: Imprenditori stranieri. Ma quanti sono?

Smask.online

22 Settembre

Secondo uno studio del CENSIS in collaborazione con Università Roma Tre “alla fine del 2018 in Italia si contano 447.422 titolari di impresa nati all’estero (l’81,1% dei quali proveniente da un paese extracomunitario), che rappresentano il 14,6% del totale dei 3.062.199 titolari attivi.”
“In genere, a prendere la decisione di migrare sono i soggetti più attivi, dinamici e aperti, quelli dotati di una maggiore propensione al rischio e che possiedono una migliore capacità di adattamento.” Ed ancora: “dal 2010 al 2018, mentre gli imprenditori italiani diminuivano del 12,2%, quelli stranieri sono cresciuti del 31,7%.”

Per quanto molte siano microimprese, per quanto le condizioni di lavoro e ambientali siano spesso irregolari, per quanto i settori siano a basso valore aggiunto, dalle costruzioni al tessile, leggiamo bene i numeri: centinaia di migliaia di imprese.

È lavoro creato, non distrutto. Non sono queste imprese di “stranieri” a fare calare il numero di imprese di “Italiani”, ma semplicemente la demografia e la voglia di emergere. Molte imprese di nativi italiani chiudono per anzianità del titolare e perché i figli non hanno alcuna voglia di lavorare in un cantiere o in una conceria. Piaccia o non piaccia, “primi gli immigrati” nella creazione di nuove imprese.


Fonti:

altro