“Sebbene sia verificabile una correlazione diretta tra immigrati e terrorismo, un nesso di causalità tra immigrazione e terrorismo non trova riscontro attraverso l’analisi quantitativa poiché alla prevalenza dei soggetti immigrati originari di Paesi a prevalenza musulmana, si contrappone una componente minoritaria di individui che hanno preso parte ad azioni terroristiche. L’unica analisi statistica sistematica di cui siamo a conoscenza riporta una correlazione negativa tra migrazione e attacchi terroristici. Un’analisi semplificata sul fenomeno terroristico più recente (2014-2020) ci consegna un rapporto statistico di attentatori pari allo 0,00002% calcolati su un milione di immigrati giunti in Europa nel 2015. Un dato che, pur confermando una relazione di fatto, non è di per sé rilevante ai fini di un collegamento diretto tra i due fenomeni. È però vero che, seppure bassa, la presenza di soggetti terroristi tra gli immigrati, è comunque causa di centinaia di morti e migliaia di feriti in Europa negli ultimi cinque anni”.
(Fonte: Claudio Bertolotti, “Correlazione tra flussi migratori e minaccia riconducibile al terrorismo di matrice confessionale”, Centro Alti Studi per la Difesa)
Chiunque capirebbe come l’azione fondamentale per contrastare il terrorismo sia quella di bloccare l’infiltrazione di pochi ma pericolosi terroristi, una questione di competenza dei servizi segreti e sicuramente non di “chiusura dei porti”. Sarebbe come dire che siccome alcuni terroristi arrivano in aereo, allora bisognerebbe chiudere gli aeroporti. Ripetere chiudere i porti e fare l’equazione immigrati=delinquenti= terroristi islamici è solo propaganda, non ha niente a che vedere con il lavoro dell’antiterrorismo.
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