Il tribunale del riesame di Genova ha accolto il ricorso della Procura del capoluogo ligure, dando il via libera al sequestro dei beni della Lega al fine di recuperare i 49 milioni di euro di rimborsi elettorali relativi alla truffa per cui è stato condannato in primo grado l’ex segretario Umberto Bossi e l’ex tesoriere Francesco Belsito. Il provvedimento di sequestro era stato richiesto dalla Procura in relazione alla truffa ai danni dello Stato, stimata appunto in 49 milioni, per rimborsi elettorali non dovuti dal 2008 al 2010 e per cui sono stati condannati in primo grado Umberto Bossi, l’ex tesoriere Francesco Belsito e tre ex revisori dei contabili.

Per il tribunale insomma “siccome la Lega Nord ha direttamente percepito le somme qualificate in sentenza come profitto del reato, in quanto oggettivamente confluite sui conti correnti, non può ora invocarsi l’estraneità del soggetto politico rispetto alla percezione delle somme confluite sui suoi conti e delle quali ha pertanto direttamente tratto un concreto e consistente vantaggio patrimoniale.”
(Fonte: Claudio Cartaldo, Il Giornale, 6 settembre 2018)

Secondo la Cassazione, con sentenza definitiva, 5 Novembre 2019, la Corte d’appello di Genova «ha spiegato le ragioni per le quali le macroscopiche omissioni e gli inadempimenti rilevati´non fossero riconducibili ad una negligente, errata o difforme tenuta della contabilità delle spese del partito, bensì – si legge nella sentenza depositata oggi, che ricalca ampi stralci di quella di secondo grado – ad un sistema contabile caotico ed incontrollabile, gestito in modo da occultare la destinazione ad illeciti fini privati di consistenti somme uscite in contanti dalle casse e dai conti correnti del partito e per ostacolare la ricostruzione della effettiva destinazione delle uscite alle voci di spesa  contabilizzate».
(Fonte: Il Secolo XIX, 5 novembre 2019)

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49 milioni

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