Il signor S, paladino dell’ordine, attacca le “zecche rosse”, ma tace sui neofascisti in marcia a Bologna.
Smask.online
11 Novembre
Sabato 9 novembre, Bologna: un corteo organizzato da CasaPound e dal Movimento Nazionale – La Rete dei Patrioti attraversa la città, puntando a raggiungere la stazione centrale, simbolo della strage del 2 agosto 1980, dove una bomba neofascista tolse la vita a 85 persone e ne ferì oltre 200.
E il signor S? Ha condannato questo affronto alla storia e alle vittime? No, si è scagliato contro i centri sociali e i giovani antifascisti che, indignati, sono scesi in piazza per rispondere a quella provocazione. Perché il signor S non ha detto una parola contro CasaPound?
Il signor S ha preferito puntare il dito su chi difende la memoria e si oppone all’odio, definendo gli antifascisti “zecche rosse”, “criminali da centro sociale” e “delinquenti comunisti”. La sua preoccupazione principale? Chiedere di chiudere i centri sociali.
Non una parola, invece, contro i nostalgici del fascismo, né contro le intimidazioni da loro rivolte alle stesse forze dell’ordine. Durante la manifestazione, infatti, un militante neofascista ha ordinato a una funzionaria di polizia: “Gli faccia abbassare gli scudi”, e incredibilmente gli agenti hanno eseguito, abbassando le protezioni davanti alla parata di estrema destra.
Ennesima farsa, ennesima ipocrisia. Il signor S, che si proclama difensore dell’ordine, tace proprio di fronte a chi quell’ordine lo minaccia.
Fonti:
https://www.ilpost.it/2024/11/10/manifestazioni-sabato-bologna-scontri-polemica
https://tg24.sky.it/cronaca/2024/11/09/scontri-bologna-antagonisti-polizia-casapound
https://www.instagram.com/reel/DCMRYQ1o04d/?utm_source=ig_web_copy_link&igsh=MzRlODBiNWFlZA==