Attentato a Nizza: la “Bestia” coglie la palla al balzo e torna alla carica con i Decreti Sicurezza
Smask.online
02 Novembre
La cosiddetta “Bestia” sprizza una sorta di maligna eccitazione. Vengono sparati un post dopo l’altro. Il cosiddetto Capitano con il cappello di ministro dell’interno avrebbe identificato ed espulso tempestivamente l’assassino?
Ecco i dati: “In campagna elettorale Salvini aveva promesso seicentomila rimpatri, ma a un anno dall’entrata in carica del governo giallo-verde siamo all’1% di quella cifra… da giugno 2018 a giugno 2019, i rimpatri sono stati 7.286, comunque meno di quando governavano Gentiloni e Renzi.”
Ancora Nizza, 14 luglio 2016, un tunisino sale su un autocarro: uccide 84 persone e ne ferisce 200, fra cui anche tunisini, marocchini, algerini che passeggiavano con francesi, italiani, svizzeri, russi e tanti altri. Non ha avuto bisogno di sbarcare: risiedeva a Nizza con doppio passaporto.
Un singolo che guida un camion, un ventunenne con un coltello. Non esistono Decreti Sicurezza per queste cose. Il lavoro dell’antiterrorismo è difficilissimo in questi casi. Quello della cosiddetta “Bestia” si fa invece in pochi minuti e ottiene tanti like. È un lavoretto facile facile.
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