L’ex sottosegretario alla cultura, voluto dalla signora M, rischia fino a 12 anni di carcere.
Smask.online
28 Ottobre
Vittorio Sgarbi, ex sottosegretario alla Cultura, rischia da 4 a 12 anni di carcere per riciclaggio, autoriciclaggio e contraffazione di opere d’arte. La chiusura dell’inchiesta della procura di Macerata sul dipinto rubato “La cattura di San Pietro” di Rutilio Manetti svela il vero volto di chi si erge a custode della nostra cultura.
Immaginate la scena: un quadro del Seicento, rubato nel 2013 e riapparso come “inedito” in una mostra a Lucca grazie al genio di Sgarbi, che lo “trova” in soffitta. Ma c’è un piccolo dettaglio che non torna: una torcia, aggiunta dal pittore Pasquale Frongia, che non esisteva nell’originale.
“La torcia nell’originale non c’era, fu lui a chiedermi di aggiungerla” avrebbe dichiarato il pittore ai carabinieri. Eseguiti riscontri anche sul tipo di pittura usata.
La perizia della Procura sostiene che le modifiche al dipinto sono evidenti e attestano che il “ritrovamento” di Sgarbi non sarebbe altro che un tentativo maldestro di nascondere un furto.
Nonostante ciò, lui continua a proclamarsi martire del sistema:
«I miei difensori […] sono impegnati a ricostruire la realtà dei fatti oggetto delle contestazioni, che ritengo comunque infondate. Ribadisco la trasparenza e la correttezza delle mie condotte. Ho quindi piena fiducia nei giudici che dovranno valutare il risultato delle indagini. Respingo infine le parziali e fuorvianti ricostruzioni di certa stampa alla quale non interessa la verità dei fatti ma accreditare come vere le ipotesi dell’accusa»
Vedremo al processo.
Ma la domanda è questa: chi ha nominato un personaggio pluri-indagato come Sgarbi a sottosegretario alla Cultura e, dopo le sue dimissioni, lo ha “ricompensato” candidandolo alle elezioni europee di giugno?
Come mai questa “ricompensa”?
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