In nome della Patria: vendono Eni, Poste, Tim, Ferrovie … e lo annunciano a Davos (Svizzera).
Smask.online
22 Gennaio
“Noi continueremo a batterci per difendere l’interesse nazionale […]” oppure “Grazie a noi, la sinistra anti-italiana ha finalmente scoperto il valore della parola “Patria”. Che dite, un giorno riusciremo anche a farle comprendere il valore del nostro Tricolore e della difesa degli interessi nazionali?” scrive la signora M sui suoi social.
Ma ecco il brillante piano del governo: privatizzare il 4% dell’Eni per alleggerire il debito nazionale di due miseri miliardi di euro. E gli investitori si sfregano le mani.
Oltre a Eni, Fs e Poste Italiane si aggiungono alla lista delle possibili vittime della privatizzazione.
Ma c’è di più: secondo quanto riportato nelle scorse settimane, il piano di buyback da 2,2 miliardi di euro di Eni potrebbe far schizzare la partecipazione dello Stato sopra il 34%, aumentando il suo controllo sulla società petrolifera. Ma se il Tesoro decidesse di vendere la quota eccedente il 30%, potrebbe incassare altri 2 miliardi. Questo contribuirebbe all’obiettivo di privatizzare 20 miliardi entro il 2026, pari all’1% del PIL, come dichiarato nella Nadef.
Mentre la signora M declama il suo patriottismo sui social, il Ministro dell’Economia Giorgetti, durante il World Economic Forum a Davos, si immerge in incontri di alto livello con i titani della finanza internazionale, dal numero uno di Jp Morgan all’incontro con l’amministratore delegato di Bridgewater, passando per l’amministratore delegato di Bank of America.
Che tipo di affari avranno concluso?
(Fonti: Ansa, Borsa Italiana, Fortune Italia, Milano Finanza, X)
Fonti:
Il governo ipotizza la cessione fino al 4% di Eni – Notizie – Ansa.it