BESTIARIO: la “bestia patriottica” si lancia contro una campagna dell’Ue. Basta una donna con il velo e…
Smask.online
01 Agosto
Scrive il social media manager di turno:
1) “Per la campagna social dell’Anno Europeo dei Giovani 2022, l’UE affida ad una donna con hijab il compito di stimolare il dibattito sui valori europei. Ma il velo islamico non rappresenta in alcun modo un “valore europeo”. In Europa le donne si sono liberate, dopo secoli di battaglie, da simboli di sottomissione come questi e non abbiamo nessuna intenzione di rinunciare alle nostre conquiste in nome del politicamente corretto caro alla sinistra”…
2) Cosa c’entra il politicamente corretto con il velo? Non nasce neanche con l’Islam, “è un indumento usato e diffuso in tutta l’area mediterranea, almeno fin dal quarto secolo avanti Cristo“
3) “Le donne musulmane velate sono considerate oggi la minoranza più vulnerabile d’Europa. Questo significa che sono la categoria sociale più soggetta a discriminazioni sul lavoro, a retribuzioni più basse, ad attacchi negli spazi pubblici. Quasi mai una donna col velo viene associata a una classe alta, né a un elevato grado di istruzione” (fonte: Sara Hejazi, Wired, 12 aprile 2019). Le discriminiamo per questo?
4) Peraltro, sbagliato fare confusione: ci sono diversi tipi di velo islamico. Chador, burqa, khimar, Jilbab, niqab, non sono la stessa cosa. Dipende anche dalla zona di provenienza e pressione sulle donne derivante da tradizioni arcaiche (fonte: Wikipedia).
5) “Le femministe europee non hanno nulla da dire?“… ma definire il velo di per sé “simbolo di sottomissione” è sbagliato. Nessuna “femminista” scenderebbe in piazza contro il velo in se stesso, semmai sulla libertà della donna di decidere se indossarlo o meno, tutt’altra cosa.