Riscaldamento globale: per la “Bestia” non fa notizia ma altri fortunatamente ci avvisano

Smask.online

11 Ottobre

Per non far aumentare di 1,5 gradi la temperatura nel mondo (il punto limite, oltre il quale la Terra brucia) bisogna “ridurre del 30% le emissioni globali entro il 2030”.

L’ultimo rapporto Oxfam riporta che “l’1% più ricco della popolazione mondiale inquina il doppio della metà più povera: 63 milioni di super-ricchi hanno emesso il 15% di Co2, mentre 3,1 miliardi di persone solo il 7%”.

Visto lo scenario allarmante, aggravatosi dalla pandemia “i governi devono cogliere l’opportunità di ridisegnare le nostre economie e costruire un futuro possibile e migliore”.

La “Bestia” non ne parla, su Instagram negli ultimi 300 post neanche davanti a si disastri ambientali spende una parola per il clima.

Elisa Bacciotti (Oxfam Italia): “Abbiamo pochissimi anni per vincere la sfida di non soffocare e riscaldare troppo il nostro pianeta con effetti imprevedibili”.

A commentare il rapporto anche Patrizia Luongo, economista del Forum Diseguaglianze e Diversità. Intervistata su Radio Popolare le si chiede se le misure economiche proposte – come il Recovery Fund – mettono in atto misure adeguate.

Secondo l’economista, anche se i fondi non fossero sufficienti, “bisogna cominciare a intervenire”.

Quali gli ambiti? Argomenta Luongo: “Io credo che gli ambiti verso cui indirizzare le risorse siano molteplici e che però si tengono tutti legati tra di loro. Nel senso che investire per misure ambientali ha sicuramente effetti positivi anche sulla qualità della vita, sulla salute delle persone e sono tutti effetti positivi a catena. Perché livelli di salute più alti garantiscono una maggiore partecipazione al mercato del lavoro, una maggiore partecipazione all’istruzione. Sono tutti interventi che, se ben disegnati, si tengono tra di loro e consentirebbero di ridurre disuguaglianze sia ambientali che economiche e sociali”.