Pensioni: un passo avanti con la propaganda, uno indietro nella realtà

Smask.online

10 Febbraio

Il tema delle pensioni è da sempre al centro della propaganda, ma più con proclami che con numeri. 

Nelle intenzioni del governo della signora M c’è quello di accantonare la Legge Fornero; intanto si punta a “quota 41”

Ma quando? Il sottosegretario Freni dice “non serve la fretta degli annunci, ma la concretezza del fare: abbiamo di fronte 5 anni e il programma di governo in materia è chiarissimo”. 

Bene e allora per il 2023 cosa dobbiamo aspettarci? Spoiler: non buone notizie.

La nuova quota 103 richiede 62 anni di età e 41 di contributi; per fare capire il passo indietro fatto basti pensare che nel 2021 ci sono stati contribuenti in grado di andare in pensione alla stessa età (62) ma con tre anni in meno di contributi, ovvero 38. (Dati di Investire Oggi)

Secondo Ezio Cigna, responsabile delle politiche previdenziali della Cgil, il prossimo anno con la nuova quota andranno in pensione 11.340 persone, di cui 9.355 lavoratori e appena 1.985 lavoratrici, in luogo delle 41.100 annunciate

Praticamente quasi nessuno. 

Poi la situazione per le donne non è migliorata per niente; l’età pensionabile è passata da 58 a 60 anni, rimanendo 58 solo per chi ha almeno due figli, riducendo la platea da 20.000 a 2.900 donne (dati Marco Leonardi, Il Foglio).

Guardando le misure nel loro insieme più che avvicinarsi alla tanto agognata quota 41, c’è invece un ritorno alla criticissima legge Fornero nella sua forma più “pura”.

Il resto sono post sui social per confondere le idee ai fan.