Il made in “Italy”
Smask.online
30 Ottobre
Secondo Giampaolo Maloberti, presidente del consorzio La Carne che Piace (PC), la decisione UE di mantenere la possibilità di chiamare hamburger, salsiccia o simili prodotti vegani è: “L’ennesimo attacco frontale alla nostra zootecnia. […] La carne è carne, i prodotti vegetali sono vegetali e il cibo da laboratorio è cibo da laboratorio”. C’è necessita di una “denominazione è chiara ed inequivocabile”.
Il mercato dei prodotti veg (presente anche in Italia) “vale 4,6 miliardi” ed è in crescita, in ogni caso, anche secondo l’UE resta “sempre possibile ottenerne il divieto a livello nazionale”.
(fonte: Silvia Marzialetti, il Sole 24 Ore, 23 ottobre 2020)
La cosiddetta “Bestia” si lamenta anche del “latte senza latte”. Allora ricordiamo che in Italia, “il latte con il latte” della gran parte delle imprese italiane non viene dall’Italia.
“Galbani acquista tonnellate di cagliate lituane, creme di latte dalla Spagna, mozzarelle dalla Francia. Prealpi: tonnellate di formaggi e cagliate dalla Germania, formaggi a pasta dura persino dalla Finlandia, mozzarelle dalla Danimarca. Granarolo compra latte dalla Francia, dalla Repubblica Slovacca, dalla Slovenia e dall’Ungheria”.
(fonte: Report, 25 novembre 2019)
Il cosiddetto Capitano inciampa in una delle sue stesse “priorità”: il made in Italy.