Si può fare propaganda sullo stupro? Per il social media manager “Bestiale”, sì

Smask.online

07 Gennaio

Il social media manager che ha come cliente il signor S. non si fa mai mancare questa formula:

1) lo stupro, perché si sa che suscita attenzione e paura
2) meglio lo stupro commesso da stranieri, perché indigna maggiormente, anche se la maggioranza degli stupri in Italia sono commessi da italiani
3) meglio ancora, lo stupro accompagnato sistematicamente da un’immagine di repertorio, presa da non si sa dove, ovviamente non da una situazione reale. Guardate attentamente questa immagine: la mano è nera, il volto della vittima è bianco.
Nel caso riportato però gli aggressori sono pakistani, non africani, e le vittime sono filippine. La foto è del tutto fuorviante
4) il tutto viene condito dal ripetuto appello alla “castrazione chimica”, che consiste nell’imbottire il condannato di farmaci
5) “Il famoso matematico e informatico Alan Turing, padre dell’informatica teorica, fu sottoposto (a sua scelta, in alternativa alla carcerazione) a castrazione chimica dopo la condanna, nel 1952, per omosessualità. Per oltre un anno si sottopose a trattamenti che provocarono in lui un calo della libido e lo sviluppo del seno (ginecomastia). La depressione legata al trattamento e all’umiliazione subita fu, a parere di molti storici, il motivo che lo condusse, il 7 giugno 1954, al suicidio” (fonte: Wikipedia)

In questo modo all’orrore dello stupro si aggiunge lo schifo del trattamento farmacologico obbligatorio: il passo dopo? Pena di morte, fustigazione, e così via, nel vortice della barbarie, solo per raccogliere qualche voto in più, certo non per meglio difendere le vittime e le persone a rischio.