Quando gli immigrati diventano volontari
Smask.online
18 Settembre
In un certo linguaggio politico, quando si parla di immigrati, lo si fa chiamandoli “risorse”. Il tono è sarcastico e provocatorio, volendo sottendere ben altro e cioè che siano persone che hanno solo pretese e nulla da dare (darci).
Ma esistono invece in Italia immigrati che hanno deciso di impegnarsi nel mondo del volontariato e rappresentano sì un’importante “risorsa”.
“Volontari inattesi” è una ricerca promossa da CSVnet (Centro Servizi per il volontariato) e condotta dal Centro studi Medì di Genova, che grazie al frutto di un intenso lavoro di oltre un anno, e la raccolta di dati attraverso centinaia di questionari e interviste, studia questo fenomeno e delinea diversi profili di volontari immigrati:
- volontari marginali che si avvicinano a questo mondo per superare l’isolamento sociale e costruire relazioni stabili
- volontari promotori della propria crescita, soggetti che vedono nel volontariato un modo per sviluppare abilità concrete, arricchire il bagaglio di conoscenze e sperimentarsi
- volontari altruisti, che operano spinti da una forte indole pro-sociale e dal desiderio di migliorare il mondo circostante
- intermediari, volontari che spesso hanno una funzione di ponte tra la società italiana e le persone straniere
- volontari leader: volontari che occupano una posizione di responsabilità e guida all’interno di associazioni da loro stessi istituite o già esistenti
Al veleno di chi ci vuol far credere che l’immigrato ci porti necessariamente via qualcosa, questi giovani rispondono con il loro antidoto.
E i nostri figli “italiani DOC” non possono imparare qualcosa da queste “risorse”?
Fonti: