Corridoi umanitari per le donne afghane: si può aiutare.

Smask.online

13 Settembre

Su Change.org una petizione che punta a raccogliere 500.000 firme e non manca molto…
“Lanciata via web da Luisa Castellazzo, assessore di Cellatica, e dal «Gruppo Donne 22 Febbraio»”, la petizione ha intenzione di fare pressione sulle forze politiche chiedendo di “creare subito corridoi umanitari internazionali per mettere in salvo le donne afghane e i loro bambini, così come i bambini degli orfanotrofi di tutte le città cadute in mano ai talebani … La petizione potrebbe rappresentare uno strumento efficace anche per dare un sostegno a chi è rimasto in Afghanistan per continuare la sua opera di assistenza medica. C’è, infatti, una donna italiana alla guida di un gruppo di giovani infermiere e ostetriche nell’ospedale di Emergency ad Anabah, nella Valle del Panshir, la provincia ribelle a nord-est di Kabul che dice no alla nuova avanzata dei talebani. È Rafaela Baiocchi, medico ascolano, responsabile di ostetricia e ginecologia con la collega molisana Keren Picucci. Con loro è in contatto Donatella Albini (componente del Gruppo Donne 22 Febbraio)” con l’intento di “non abbassare l’attenzione mediatica e politica su quello che sta accadendo”.
Le cosiddette “Bestie” si accontentano di riportare titoli di giornali ma non vogliono accogliere, mentre c’è chi dal basso fa di tutto perché avvenga il contrario, lavorando anche per dare voce a chi è sul campo: il nostro grazie va a loro, tanto più se donne in un paese dove ora riparte una guerra contro le donne. 


Fonte: Wilda Nervi, Brescia e hinterland, 26 agosto 2021