Chi era Nadia De Munari e perché su di lei la cosiddetta “Bestia” non ha spazio per un post.
Smask.online
02 Maggio
Non è un’italiana? Non è morta durante la sua missione in Perù? Non merita neppure un post (icino) nella valanga mediatica della cosiddetta “Bestia” e sua variante “patriottica” con i loro milioni di fan?
Nadia De Munari, volontaria cinquantenne “gestiva la casa di accoglienza Mamma mia a Chimbote, nell’ambito dell’operazione Mato Grosso, che offre cibo e assistenza a minori e madri in difficoltà economica, ed era molto apprezzata nella zona. […] L’Operazione Mato Grosso, di cui Nadia De Munari era tra le animatrici più attive, è un movimento a livello nazionale rivolto soprattutto ai giovani. I volontari (migliaia in Italia e circa 300 in Sudamerica) prestano la loro opera in forma totalmente gratuita, senza ricevere nessun compenso economico e per tempi più o meno lunghi: si va da permanenze brevi di uno o due anni, fino a presenze stabili di dieci, venti e più anni, considerati quindi volontari permanenti” (Giovanni Pisano, Il riformista, 25 Aprile 2021).
Dal sito di Mato Grosso:
“In Perù oggi l’OMG è presente in oltre 40 comunità, 17 in Ecuador, 9 in Bolivia e 12 in Brasile.
I cinque punti chiave dell’OMG
1. I Giovani: un cammino per giovani e ragazzi, vita di gruppo, amicizia, esperienza e avventura per imparare a voler bene a chi è meno fortunato di noi.
2. I Poveri: prestando attenzione agli ultimi c’è sempre qualcuno ancora più povero da accogliere ed aiutare.
3. Il Lavoro: ci si educa alla fatica, a pagare di persona e con il frutto del lavoro si aiutano i poveri.
4. La Capillarità: nel rapporto diretto a tu per tu l’amicizia vera cresce e diventa fedeltà nel tempo.
5. L’Aconfessionalità: credere o non credere non ha importanza per aiutare gli altri. Con una vita buona si ricerca la verità”.
Ricordiamo questa donna così: esiste un’Italia molto diversa da “Prima gli Italiani” che ha scelto “Prima gli Ultimi”. Occorre dirlo forte a chi brandisce il Crocefisso come in uno spot, ostenta simboli religiosi durante i comizi, urla per la libertà della “movida” notturna, sempre pronto ad esibire la violenza del povero. Certo non sarà stato un ricco ad assassinare questa donna. La violenza tragicamente esiste. Ma esistono persone che non hanno bisogno di divise, simboli, video su Facebook, non scelgono i poveri ‘giusti’ per esibirli, ma li vanno a incontrare e mettono in gioco la propria vita. Meritano rispetto.