Che fine hanno fatto i braccianti immigrati irregolari nella campagne italiane durante la pandemia?

Smask.online

08 Aprile

E’ successo che la domanda di forza lavoro durante semina e raccolta ufficialmente e’ diminuita nel 2020, ma solo perché si è ricorsi ala lavoro nero . Di qui l’idea di regolarizzare questi lavoratori (Decreto Rilancio del 16 maggio 2020). Si pensava sarebbero stati centinaia di migliaia ma solo quindicimila adesioni, numero bassissimo rispetto ai lavoratori stranieri che lavorano al nero. Perché? “L’immigrato non è un soggetto che richiede di regolarizzare la propria posizione”, non ne ha diritto, tutt’altro “è l’oggetto di una richiesta presentata da un datore di lavoro che decide di regolarizzare una persona alle proprie dipendenze“. Con la legge Bossi-Fini si è stabilito così e “i requisiti personali dell’imprenditore e relativi all’azienda richiesti per dar corso alla regolarizzazione sono talmente stretti da disincentivare ogni buon proposito“. Quest’anno “i lavoratori si sono trovati nelle stesse condizioni di prima aggravate dall’epidemia”. Anche l’accesso “al tampone è stato difficile e in alcune situazioni del Mezzogiorno è stato reso possibile dall’impegno di associazioni del volontariato”. Lockdown nelle baraccopoli. Le cosiddette “Bestie” hanno tuonato contro la ministra Bellanova (governo Conte 2) rea di “sanatoria” perché in realtà non c’è chi non vuole regolarizzare i semi-schiavi nei campi ma usarli senza alcuna tutela legale e sindacale. La “sanatoria” delle tasse piace, la sanatoria del lavoro nero non piace alle varie “Bestie”. Perché la verità è questa: quelli che strillano contro gli immigrati li vogliono proprio qui, ma li vogliono senza contributi, con salari di fame, senza casa, senza assistenza sanitaria, senza sindacati, a lavorare e zitti, sotto il controllo delle mafie. Questo immigrato piace perché serve e costa poco. Ma non si può dire. Grazie allora a chi denuncia la verità e l’ipocrisia, e si batte per cambiare il meccanismo di regolarizzazione.


Fonte: Enrico Pugliese, 30 marzo 2021.