Caporalato, una realtà italianissima

Smask.online

29 Novembre

L’accusa è “di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e truffa”. Sono state arrestate 5 persone (di cui 2 in carcere). I carabinieri hanno sequestrato beni per un valore di circa 3 milioni. “Quattro aziende agricole riconducibili agli indagati, che producevano un fatturato annuo di circa un milione di euro, sono invece state sottoposte a controllo giudiziario”.

L’indagine è nell’ottobre 2020, a seguito di un incidente che a coinvolto un un furgone con a bordo 5 braccianti. “I militari hanno accertato che i datori di lavoro indagati si avvalevano, per il reclutamento di manodopera, di un ‘caporale’ senegalese”, l’unico della sua nazionalità ad essere regolarmente assunto da una delle aziende coinvolte. Oltre allo stipendio, sottraeva ai braccianti “50 centesimi per ogni cassone raccolto e la somma di euro 5 per il trasporto sul luogo di lavoro”. Mentre i braccianti sfruttati percepivano cadauno fra i “3,70 e i 4 euro per ogni cassone di pomodori raccolto, oppure una retribuzione oraria di circa 4 euro”. Con orari di lavoro che arrivavano a 11 ore, senza riposi settimanali. Dormivano in capannoni, “con servizi igienici totalmente inadeguati, con scarichi ed allacci (idrici ed elettrici) abusivi e in assenza delle condizioni minime di abitabilità” (fonte: ANSA, 11 novembre 2022). Queste cose succedono in Italia, e se vengono anche coinvolti stranieri o persone di origini straniere (come nelle indagini recenti su alcuni familiari di Soumahoro), a tirare le fila molto più spesso ci sono organizzazioni di italiani. “Prima gli italiani” in queste attività.