La mascherina del Signor S.

Smask.online

19 Gennaio

“Il 19 di Luglio del 1994, in occasione del secondo anniversario della strage di Via D’Amelio, Rita Borsellino era a casa con un piede rotto, convalescente. Senza alcun preavviso, di mattina, spunta sotto casa sua, nello stesso palazzo dove due anni prima erano saltati per aria suo fratello Paolo e i ragazzi della scorta, una carovana di auto blu che scorta il neo presidente del consiglio dell’epoca, Silvio Berlusconi.

Al citofono il capo della polizia riferisce a Rita che il premier Berlusconi vorrebbe salire per vederla e salutarla. Lei risponde che le dispiace, ma non è in condizione di ricevere nessuno. Le citofonate diventano due, tre, quattro, sempre con la stessa richiesta e il medesimo, cortese ma fermo, diniego. Fino a quando la richiesta non diventa quella di un colloquio citofonico con il cavaliere, al quale Rita, donna di eleganza e gentilezza estreme, non si sottrae. A questo punto Berlusconi le chiede cosa può fare lui nella lotta contro la mafia. Rita avrebbe potuto dirgli di cominciare con l’evitare di assumere mafiosi in casa sua, o di riciclare danaro di dubbia provenienza, o di non affidare a Dell’Utri la costruzione del suo partito. Invece con fermezza e mal celato fastidio risponde: “Voi potete fare tutto, se volete. Siete al governo…”.
Berlusconi si sottrae a quel surreale e imbarazzante, per lui, colloquio citofonico e saluta promettendo una telefonata che, ovviamente, non sarebbe mai arrivata.

Ho avuto l’onore e il privilegio di essere amico di Rita, di avere raccontato dalla sua viva voce questo aneddoto, e di avere compiuto un bel tratto di strada con lei, a Libera. Ha sempre disprezzato questa destra filo mafiosa e tutti quelli che, in nome di un’ideologia di destra del defunto Paolo, hanno provato a tirarlo dalla loro parte.

Mi è venuto in mente quest’episodio oggi, di fronte ad un’altra squallida passerella in Via D’Amelio, con tanto di mascherina con il volto del magistrato, da parte di un politico a cui Rita Borsellino non avrebbe neppure risposto al citofono. Ci manchi, Rita. Tempi durissimi.”


Fonti:

Marco Pomar, Facebook, 8 gennaio 2021