Un post sul processo o un post che strumentalizza la figlia del signor S.?

Smask.online

20 Aprile

L’imputato signor S., senatore ed ex Ministro dell’Interno, andrà a processo. Sarà difeso dall’avvocato senatore Giulia Bongiorno, ministro dello stesso governo (che nessuno si chiederà se deontologicamente compatibile). Innocente fino a sentenza definitiva.
Ma la cosiddetta “Bestia” schiera a difesa del cliente un primo piano (che noi oscuriamo) della figlia, otto anni. Il cliente dichiara: “Le telefonate più difficili dopo il processo di oggi, quelle ai miei figli”. Una fan scrive: “Piccola ma è sul punto di piangere?”. L’imputato ha un avvocato di spicco, è a capo del maggiore partito d’Italia che governa nella maggioranza delle Regioni e che fa parte del governo, ha una ditta di comunicazione politica chi gli ha gestisce circa oltre sei milioni di followers fra Facebook, Instagram, Twitter, Tik Tok, Telegram. Ha proprio bisogno di pubblicare il primo piano di questa bambina, e di esporla in relazione ad un processo penale per impietosire i fan? Che cosa ne pensate?

Intanto vi diciamo che cosa pensa il Tribunale di Mantova in un altro caso di genitori separati: “«L’inserimento di foto di minori sui social network costituisce comportamento potenzialmente pregiudizievole per essi – scrive il giudice – in quanto ciò determina la diffusione delle immagini fra un numero indeterminato di persone, conosciute e non, le quali possono essere malintenzionate e avvicinarsi ai bambini», non potendosi, inoltre, trascurare il pericolo che qualcuno «con procedimenti di fotomontaggio ne tragga materiale pedopornografico» da far circolare in rete. Il riconoscimento del pericolo insito nella pubblicazione sui social network delle foto dei minori, conduce il giudice adito a ritenere ammissibile la pronuncia di una inibitoria urgente con la quale sia ordinata la rimozione delle foto già postate e ribadito il divieto di pubblicare nuove foto, qualora manchi il consenso dell’altro genitore“. L’altro genitore in questo caso è consenziente? Ed anche se fosse consenziente, fanno bene entrambi i genitori ad autorizzare la cosiddetta “Bestia” a lavorare cosi? “I genitori esercenti la responsabilità genitoriale prestando il consenso alla pubblicazione non dispongono certo del diritto all’immagine in sé, bensì esclusivamente rappresentano il minore nel compimento del negozio giuridico in cui consiste la prestazione del consenso alla pubblicazione”.


Fonte: Legaldesk, 8 Luglio 2018.