Succede ‘solo in Italia’? Falso. La testimonial disinforma parlando dell’inseguimento a Roma Termini.

Smask.online

28 Giugno

Il pregiudicato, fuori di testa, nero, era armato di un coltello. È stato circondato – secondo il video che abbiamo controllato da almeno sei agenti.
Uno di questi ha sparato da una certa distanza, abbattendo il violento. Smask è qui per commentare la comunicazione politica sui social.
La giornalista-testimonial, impaginata con accattivante foto a colori e dichiarazione a carattere cubitali debitamente firmata, invece di informare disinforma. “Solo in Italia… finisci indagato”. FALSO.
“Il ricorso alle armi o ad altro mezzo di coazione è giustificato, alla luce di quanto statuito dall’art. 53 c.p. […] l’ordinamento giuridico richiede che la condotta del pubblico ufficiale sia posta in essere al fine di opporsi ad una violenza o di vincere una resistenza all’autorità o, ancora, per impedire la consumazione di una serie di reati particolarmente gravi” (fonte: Dott. Chiechi Francesco, Diritto.it, 10 luglio 2018). In qualunque paese democratico il poliziotto che apre il fuoco quando non è ovvio che non aveva alternative sarebbe sempre  indagato dalla polizia stessa e dalla magistratura. Indagato non vuole dire condannato, ma soggetto a una verifica di legalità. “Solo in Italia…” Ma una giornalista non dovrebbe informarsi prima di esprimersi? Ha verificato in quanti paesi del mondo ci sono norme che regolano l’uso delle armi da fuoco da parte della polizia e quanti indagini ogni anno derivano da situazione come quella? O la giornalista vuole dire che il poliziotto che spara ha sempre e comunque ragione? Lo decide lei? Ma l’ex ministro dell’Interno pubblica la giornalista come propria autorevole testimonial…