Priorità del ministro delle infrastrutture? Mettere bocca sulle sentenze dei tribunali giudicando la genitorialità altrui

Smask.online

02 Dicembre

La “Bestia” della comunicazione spara a zero, terrorizzando i fan, che danno per scontato tutto: ahimè, poveri noi che non potremo essere “madri” e “padri”… ma non è vero nulla.

1) Primo dato “è il numero di iscritti all’associazione Famiglie Arcobaleno, l’associazione di riferimento per i genitori LGBT+ in Italia … circa 2.500 persone …. un dato considerato in crescita e comunque molto parziale, poiché non include per esempio molti genitori single che non fanno necessariamente parte della comunità LGBT+, oltre al fatto che ovviamente non tutte le famiglie composte da due mamme e due papà o con un solo genitore LGBT+ sono iscritte all’associazione” (fonte: Alessandra Pellegrini De Luca, Il Post, 6 giugno 2022).

2) Difatti, la sentenza parla solo di questo: una coppia di mamme. I giudici hanno decretato che sul documento “dovrà comparire la dicitura neutra «genitore»”.

3) La coppia aveva presentato ricorso a gennaio del 2019. L’allora ministro dell’Interno signor S., decide che è una priorità assoluta (ripetiamolo, era al ministero dell’interno…) imporre sul documento d’identità del minore la dicitura “padre” e “madre” anziché “genitore”.

4) “Il giudice afferma che il decreto del ministro di allora viola le norme, sia europee che internazionali” (fonte: Il Sole 24 Ore, 16 novembre 2022).

5) Perché dovrebbe esserci scritto “padre” sulla carta di identità di una minore se ha due mamme? Basta passare per un banale controllo e la bambina potrebbe avere dei problemi, ad esempio, ad espatriare, se una madre fosse definita “padre”. Già, il punto della vista della bambina non conta? Perché il documento è il suo, la famiglia la sua, ma il signor S. vorrebbe ridurre la realtà ad un slogan per i “fan” sui social. E l’ufficiale dell’anagrafe dovrebbe scrivere “padre” quando si tratta di una donna?