Differenze di genere anche in sanità. Studi e proposte per ripartire cambiando marcia.

Smask.online

07 Gennaio

Organizzato dall’Istituto superiore di Sanità, un convegno del 2018 dal titolo “Identità di genere e salute”, indaga su come le differenze di genere incidano anche sulla salute della popolazione, raccogliendo dati importanti, come per il fatto che per le persone transessuali “ad oggi nessun trial clinico randomizzato è stato condotto per determinare formulazioni e dosaggi degli ormoni ai fini del trattamento ormonale” (fonte: Documento d’indirizzo AIFA “Farmaci e Genere: nuove prospettive”, a cura di Simona Montilla).

A Ferrara nel 2019 un workshop internazionale: “Stato dell’arte della Medicina di Genere in Italia”, ancora una volta per tenere aperto e vivo il confronto sul tema. Nello stesso anno Chiara Marelli per Linkiesta scrive “Le donne sono le maggiori consumatrici di farmaci ma quelli che assumono sono stati studiati prevalentemente su un tipo di maschio bianco, di circa 70 kg”.

Non solo come pazienti, ma anche come operatrici del settore le donne sono sottovalulate e ne prende coscienza anche l’OMS: “Le donne rappresentano il 70% degli operatori sanitari ma ricoprono ruoli inferiori e con basse retribuzioni. Se si vuole raggiungere copertura universale bisogna puntare su di loro” (fonte: Aogoi.it).

Grazie a chi ancora cerca di cambiare le cose, uomini e donne di scienza che non si accontentano dei risultati ottenuti, perché la strada per arrivare alla parità dei diritti è ancora tanta.