La continua evocazione di simboli religiosi e nazionali da parte del cosiddetto Capitano risponde a una mirata strategia comunicativa. Il vero signor S. non ha nella sua biografia nessun elemento credibile per essere considerato un patriota italiano, semmai un separatista padano; nessuno si era neppure mai accorto della sua profonda fede religiosa.
Ma la cosiddetta “Bestia” ha scrutato il sentiment e ha deciso che il personaggio dovesse farsi amare dalla parte di elettorato che mescola il dio (dei Cattolici) e la patria (degli Italiani), un’operazione tipica dell’estrema destra, cui nulla importa delle parole di un altro Matteo, che però non ha una pagina Facebook: «Perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi».
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La Bestia non perde occasione per imbonirsi l’elettorato cattolico
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Il signor S. sfoggia la sua mascherina tricolore (al contrario)
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