Un compleanno che le “Bestie” non celebrano: José Mujica, “Pepe”, ex presidente dell’Uruguay

Smask.online

10 Giugno

Mujica detto “Pepe” ha recentemente compiuto 87 anni (20 maggio). Uruguaiano di origini anche italiane (liguri), è stato guerrigliero, prigioniero politico dei militari (per molti anni) ma poi finita la dittatura, ministro dell’agricoltura e presidente della repubblica. Eletto, ha rinunciato al 90 per cento dello stipendio, continuando a vivere in una piccola casa in periferia e guidare una vecchia “Maggiolino”.

Durante la sua presidenza in Uruguay:

1) Nel 2013 istituzione del matrimonio omosessuale per i cittadini uruguaiani che ne facciano richiesta
2) Legalizzazione delle droghe leggere (entrata in vigore nel 2014), specie la cannabis, di cui sono state autorizzate la coltivazione fino a sei piante per uso personale, e quella statale (e privata con apposite licenze) per quantità superiori, destinate alla libera vendita nelle farmacie..
3) Una nuova legge sull’aborto
4) La quota della spesa sociale sul totale della spesa pubblica passa dal 60,9% al 75,5% tra il 2004 e il 2013.
5) Durante questo periodo, il tasso di disoccupazione è diminuito dal 13 al 7%, il tasso di povertà nazionale dal 40 all’11%
6) Il salario minimo è stato aumentato del 250%
7) Secondo la Confederazione sindacale internazionale, l’Uruguay è diventato il paese più avanzato nelle Americhe in termini di rispetto dei “diritti fondamentali del lavoro, in particolare la libertà di associazione, il diritto alla contrattazione collettiva e il diritto di sciopero” (fonte: Christophe Ventura, medelu.org, 5 ottobre 2015). Persino il settimanale liberale “The Economist” (18 dicembre 2013) aveva dichiarato Uruguay paese dell’anno per questi straordinari progressi sociali ed economici.

La comunicazione “Bestiale” di uno statista così non dirà mai nulla ai seguaci. Meglio non fare confronti con la statura politica dei propri clienti “veri italiani”?


Fonti: WikipediaOmero Ciai, la Repubblica, 6 novembre 2016Andrea Donegà e Christian Gambarelli, linkiesta.it, 31 agosto 2018