Tumori: l’inquinamento che uccide.

Smask.online

23 Marzo

Ci sono fatti che la cosiddetta “Bestia “ tende a occultare perché non servono alla propaganda. Ecco un esempio:

“A Taranto +500% di tumori tra lavoratori dell’ex Ilva” (La Stampa, 27 aprile 2019). Ma non solo i lavoratori: “I risultati dello studio Sentieri evidenziano che, nelle aree più inquinate, si registra un eccesso di mortalità, di diagnosi di tumore e di malformazioni congenite. Quasi dodicimila morti, più tra le donne (6.725) che tra gli uomini (5.267), in sette anni” (Fabio Di Todaro, Fondazione Umberto Veronesi, 7 giugno 2019).

E se credete sia un problema “marcato Ilva”, per sfortuna di tutti avete torto. Bergamo è al secondo posto delle città con “il tasso di mortalità da particolato fine (PM2.5) più alto in Europa”. Non è sola, ovviamente, anche Brescia, Milano Torino… (fonti: Lucia Cappelluzzo, Bergamo News, 21 gennaio 2021; studio sulla morte prematura per inquinamento dell’aria in Europa, The Lancet Planetary Health, 19 gennaio 2021). Assieme a noi anche molte città della Polonia, nazione dove oggi la situazione è più grave, tra le cause: “elevatissimo consumo di alcol e fumo, di un inquinamento ambientale diffuso, di una dieta in passato estremamente povera, di terapie non ancora ottimali”.
Se da un lato grazie alla scienza “continua a diminuire il tasso di mortalità nell’Unione europea per tutti i tumori” (fonte: Valentina Murelli, Aric.it, 24 febbraio 2021), dall’altro se non verranno fatte le giuste scelte politiche continueremo ad ammalarci di più, quando – di tumore – potremmo ammalarci molto meno.