La cosiddetta “Bestia” del cosiddetto populismo non poteva perdersi il popolo delle partite IVA.

Come sempre quando si parla genericamente di popolo si fa volutamente confusione. Esistono partite IVA con regime agevolato, iscritti e non iscritti ad albi, persone sotto la soglia di povertà e professionisti di categorie note per l’alta incidenza dell’evasione, vero lavoro autonomo e finto lavoro autonomo. Veri disperati e veri imbroglioni. Per la cosiddetta “Bestia” l’importante è pescare nel mucchio, senza fare distinzioni, basta che la partita IVA metta un like e via.

“In Italia ci sono anche più di 5 milioni di lavoratori autonomi, imprenditori e artigiani che possono evadere – e in effetti evadono – percentuali significative di quanto devono allo Stato. Secondo le stime, la tassa più evasa è l’imposta sul reddito (IRPEF) pagata da autonomi e imprenditori: il 63 per cento del dovuto, cioè circa 33 miliardi di euro, non arriva al fisco. Più evasa ancora (in termini assoluti, se non percentuali) è un’altra imposta pagata o intermediata da queste categorie: l’IVA, l’imposta sugli scambi di beni e servizi. Il governo stima che ogni anno circa 35 miliardi di euro di IVA non vengano versati.”
(Fonte: Davide Maria De Luca, Il Post, 28 settembre 2019)

Tutti angeli fra le partite IVA? E se si cominciasse a distinguere?

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