BESTIARIO: Autonomi e dipendenti, alcuni fratelli sono più fratelli degli altri.

Smask.online

15 Maggio

Si parla di questo: “L’intervento – per ora ipotizzato solo nella relazione tecnica e quindi non ancora proposta di natura politica – andrebbe ad aumentare il carico fiscale di migliaia di partite iva, in larga parte giovani professionisti o piccoli imprenditori […] la soglia di ricavi per l’accesso al regime forfetario […] ricordiamo, nel 2019 è passata da 25 mila euro a 65 mila euro” (Corriere della Sera, 14 aprile 2021), non entriamo nel merito. Osserviamo che la ditta di comunicazione della signora S si guarda bene dal fare notare che:
1) Al momento non esiste una proposta politica a riguardo.
2) Che è indiscutibile che il balzo da 25mila a 65mila euro di ricavi o compensi ha creato una evidente disparità di trattamento fiscale ancora una volta a sfavore del lavoro dipendente.
3) Leggete attentamente: “Un professionista con compensi annui di circa 64mila euro pagherà 10.200 euro di imposte in meno rispetto a un lavoratore dipendente con un reddito analogo e due figli a carico.
Una differenza di 850 euro al mese. E il risparmio è netto anche in rapporto a un titolare di partita Iva in tassazione ordinaria: 5.300 euro in meno, cioè 440 euro al mese” (fonte: Cristiano Dell’Oste e Giovanni Parente, Il Sole 24 ore, 27 dicembre 2018).
Il compito della ditta di comunicazione sembra quella di eccitare il consenso non di tutti gli Italiani ma di alcuni. Ci sono fratelli e fratelli. Che esattamente a parità di reddito il fratello dipendente che ha compensi per 5000 euro al mese paghi (senza potere evadere) circa 800 euro al mese in più non conta, e neppure i fratelli autonomi sono tutti uguali, eccetto quando si parla di Patria, non di Fisco.


Fonti: Giovanni Gazzoli, Il punto Pensione Lavro, 11 novembre 2020Tasse e Fisco, 26 marzo 2021.