Altro che “turisti per sempre”: dalla Tunisia si scappa dalla povertà

Smask.online

04 Settembre

“Tra un afflusso massiccio di migranti e rischio infiltrazioni terroristiche, la Tunisia inizia a temere gravi ripercussioni derivanti dalla guerra in Libia”.
(Fonte: Mauro Indelicato, InsideOver, 14 agosto 2019)

Non si parla di guerra in Tunisia, non ancora. Il Paese ha un tasso di “disoccupazione che oltrepassa il 25%” e già prima delle elezioni del 2019, come riportato Mauro Indelicato su InsideOver, “il dover fronteggiare nuovi arrivi dalla Libia potrebbe creare altre situazioni di tensione” e così è avvenuto.

Non si migra però solo per scappare dalla guerra, ma anche per fuggire dalla povertà (come fecero e ancora fanno gli italiani che all’estero cercano fortuna).

Secondo Ramdhan Messaoudi del Forum Tunisien pour les droits economiques et sociaux (Ftdes) – intervistato da Annalisa Camilli per Internazionale – dal 2015 “emigrano anche i ceti più abbienti, i ragazzi che hanno un diploma. È in aumento il numero dei minori non accompagnati che si imbarcano: nel 2018 sono stati il 35 per cento”.

“Mancano i servizi e la situazione economica non è buona, ma è soprattutto la mancanza di futuro che spinge i tunisini a partire, la consapevolezza che un titolo di studio non basta a migliorare la propria posizione nella scala sociale. Partono soprattutto i giovani che vivono nelle periferie delle grandi città”.
(Fonte: Annalisa Camilli, Internazionale, 24 settembre 2019)

Eccoli dunque, giovani e forti che cercano una nuova vita (spesso non in Italia, prima tappa europea in un viaggio ancor più lungo).
Con turismo, s’intende tutt’altro.